Il montaggio di 'The Snow Society' di Andrés Gil e Jaume Martí: odissea “filosofica” e tecnica premiata con il Goya 2024
Andrés Gil e Jaume Martí chiudono un percorso durato 20 mesi lavorando al montaggio di 'The Snow Society' con il riconoscimento del Accademia sotto forma di Goya, il secondo nella carriera di Martí dopo "Un mostro viene a trovarmi".
Più di 600 ore di riprese Dovevano trovare un posto nell'assemblea La società della neve, un progetto che riassume in 144 minuti un'odissea durata diversi mesi concretizzatasi sotto forma di piani accattivanti, tagli che comportano drammatiche ellissi temporali e un ritmo che riesce a coinvolgere lo spettatore nella straziante esperienza vissuta alle Ante più di 50 anni fa.
Affrontare questo progetto non è stato un compito facile: sei assistenti al montaggio hanno accompagnato la coppia vincitrice in un flusso di lavoro effettuato con Avido Compositore multimediale, una soluzione che, secondo le parole di Jaume Martí, ha apportato importanti vantaggi a livello collaborativo: “Oltre al fatto che potevamo lavorare tutti allo stesso tempo, dovevamo inviare materiali al suono, alla musica, agli effetti... Avevamo essere molto ordinato e meticoloso durante la registrazione.”
L'esecuzione tecnica è stata accompagnata da a lavoro creativo guidato da J. A. Bayona, che, come confessa Andrés Gil, ha visitato le sale di montaggio con 'decisioni filosofiche': "Ci ha raccontato le sue riflessioni affinché potessimo capire come montare per raggiungere la sensazione che voleva esprimere. All’improvviso ci ha parlato della vita e della morte e di tutto ciò che è trascendente”.
Ritirando il Goya 2024 per il miglior montaggio, Gil e Martí hanno dedicato parole di affetto anche al team di post-produzione di Netflix Spagna, uno dei grandi vincitori della serata. “Siamo arrivati a limiti insospettabili. Le schede audio si sono bloccate fino a 20 personaggi microfonati, e anche Bayona ha registrato quasi senza sosta e le carte erano piene al limite. Inoltre, c’è la questione del colore, dal momento che avevamo molte fotocamere e ottiche diverse, e loro [Netflix] sono stati quelli che ci hanno supervisionato e aiutato nel processo”, riconosce Gil.
Accesso allo Speciale Goya 2024 in Panorama
Ti è piaciuto questo articolo?
Iscriviti al nostro RSS Feed e non ti mancherà nulla.