La RAI rimanda nuovamente la migrazione al DVB-T2
Il primo vero passo verso la seconda generazione del DVB, DVB-T2, da parte dell'emittente pubblica italiana RAI Dovrebbe svolgersi il prossimo gennaio, tuttavia ha chiesto un nuovo rinvio in considerazione dell'esiguo numero di case che dispongono di televisori compatibili con lo standard.
Oggi, un Il 35,2% delle famiglie italiane non dispone di un televisore compatibile con DVB-T2 e, quindi, non vedrebbero più nulla dal giorno del passaggio alla nuova norma.
Lo scorso agosto, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha annunciato che entro il 10 gennaio la RAI "deve impegnarsi a rilasciare un proprio MUX nazionale in standard DVB-T2 e a predisporre la transizione dei restanti MUX allo standard DVB-T2 secondo la roadmap predisposta dal Ministero, in linea con le normative di settore".
L'annuncio del ministro è arrivato dopo mesi, se non anni, di incertezza sull'effettiva data di passaggio dal vecchio al nuovo standard, e dopo forti pressioni da parte dei piccoli editori televisivi locali, partner di Aeranti-Corallo, che da tempo stanno investendo molto per potenziare le loro apparecchiature di trasmissione.
Il passaggio al DVB-T2 nel MUX A, il canale principale su cui vengono trasmessi i canali di punta, significherebbe un Perdita di pubblico insostenibile per le casse della RAI. A maggior ragione se si considera che nel 2024 ci saranno due eventi sportivi con un ampio seguito di pubblico, con i conseguenti introiti pubblicitari: il Campionato Europeo e i Giochi Olimpici di Parigi.
Ti è piaciuto questo articolo?
Iscriviti al nostro Nutrire e non ti perderai nulla.